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Analisi acque Palermo - laboratorio Eco Consult snc

Analisi acque potabili, pozzo, piscine, reflue

 

L’ANALISI DELLE ACQUE


ACQUE PER USO ALIMENTARE E CIVILE
I metodi analitici per eseguire le determinazioni relative a queste acque non differiscono sensibilmente da quelli impiegati per le acque minerali, anche se si richiede una precisione inferiore e il numero di saggi occorrenti è molto minore.
Le caratteristiche chimico fisiche e microbiologiche delle acque destinate al consumo umano sono stabilite del D. Lgs 31/01 e successivi
I requisiti di qualità per le acque destinate al consumo umano sono da ricercare nei seguenti punti:
1) I requisiti di qualità delle acque sono valutati sulla base dei valori e delle indicazioni relativi ai parametri nell‘ allegato 1.
2) La concentrazione massima ammissibile di ciascun parametro non può essere superata.
3) I valori guida costituiscono obiettivi al cui raggiungimento.
Per le acque che subiscono un trattamento di addolcimento sono specificati, tabella III, i valori della concentrazione minima richiesta.
4) I valori che sono indicati nell’allegato 1 devono essere interpretati per ciascun parametro tenendo conto delle osservazioni eventualmente riportate nel medesimo allegato.
5) Per le acque fornita da un gestore, quindi già potabilizzati, possono essere eseguite solo i parametri indicati nella tabella A dello stesso decreto e denominati Controllo di routine
ACQUE PER USI AGRICOLI E INDUSTRIALI
Le acque destinate ad essere impiegate per l’irrigazione dei campi devono possedere particolari requisiti, soprattutto per quanto riguarda la salinità totale, che non deve superare certi limiti; anche il sodio, i bicarbonati e il boro devono essere tenuti sotto accurato controllo. Inoltre non devono essere presenti metalli fitotossici.
Normalmente per l’irrigazione si dovrebbero impiegare acque pulite, ma purtroppo non sempre ciò accade; ne è un esempio la situazione esistente nella zona del Lodigiano, ove fiumi e rogge sono gravemente inquinati dai rifiuti di ogni genere del triangolo Como Varese - Milano.
Pertanto l’analista dovrà sempre accertarsi della provenienza delle acque, per mettersi al riparo da possibili interferenze di sostanze disturbanti.
Per quanto riguarda l’alimentazione del bestiame, è importante soprattutto la salinità totale. Naturalmente, le caratteristiche richieste per le acque ad uso industriale, variano notevolmente da tipo a tipo di industria. In generale, tuttavia, si richiedono acque abbastanza pulite e, quando non è possibile trovarne, le industrie le sottopongono a trattamenti di depurazione adeguati.
Anche qui, come nel caso delle acque per uso agricolo non è possibile fornire regole fisse per l’analisi; occorre conoscere a fondo l’origine dell’acqua, il trattamento di preparazione adottato, e le lavorazione cui essa è destinata.
Un caso particolare è quello delle acque per l’alimentazione di caldaie a vapore, e degli spurghi effettuati nelle medesime; si tratta di acque fortemente alcaline, ed è importante determinare non solo l’alcalinità totale, ma anche quella caustica.

ACQUE RESIDUE

I metodi da adottare per le acque residue di ogni provenienza differiscono sensibilmente da quelli adatti alle acque più o meno “pulite”. Anzitutto i parametri fondamentali da determinare sono diversi; ma anche nella determinazione dei parametri comuni alle acque “pulite” e “sporche”, si seguono a volte metodi differenti, sia per timore di interferenze, sia anche perché il significato di un medesimo parametro non è lo stesso nei due casi.
Proprio per la possibilità di interferenze in questo tipo di acque è sempre indispensabile conoscere a fondo l’origine dei liquami e, quando si tratti di residui industriali, occorre sapere quali materie prime siano impiegate nelle lavorazioni.


OPERAZIONI DA ESEGUIRE SUL POSTO

Agli effetti dell’attendibilità dei risultati analitici, l’ideale sarebbe che tutta l’analisi venisse eseguita immediatamente sul luogo del prelievo. Ciò non è poi così difficile, dato che l’allestimento di un laboratorio mobile, montato su un camioncino, è oggi alla portata di qualsiasi pubblica autorità sanitaria.
Tuttavia, anche quando non sia possibile avvicinarsi a tali condizioni ottime, vi sono determinazioni che si devono necessariamente eseguire subito. Tra queste sono da citare la temperatura, il pH, il cloro libero, l’ossigeno disciolto; per quest’ultimo saggio, è indispensabile procedere almeno alla fissazione del campione, e lo stesso dicasi per i solfuri. Tra il prelievo del campione e l’esecuzione dell’analisi deve passare il minor tempo possibile; i campioni in attesa di analisi devono essere tenuti in frigorifero a temperatura leggermente superiore a 0 °C.

CAMPIONAMENTO

L’operazione del prelievo del campione è una delle più delicate dell’intero processo analitico. Se il campione è alterato, mal prelevato o comunque non rappresentativo, con conseguenze per quanto riguarda la certificazione legale o almeno ufficiale.
Anzitutto i campioni deve essere presi in recipienti perfettamente puliti e con tappo a tenuta. I recipienti usati sono di materiale diverso in relazione all’analisi, in quanto ogni materiale può cedere all’acqua le sostanze di cui è composto. In genere si usa plastica (polietilene), il vetro (pirex) e l’acciaio inossidabile. Per determinazioni molto delicate occorrono bottiglie di vetro neutro, lavate con miscela cromica, poi sciacquate più volte con acqua distillata, ed infine essiccate. Per determinazioni correnti invece, si possono adoperare bottiglie di polietilene, lavate con un detergente in commercio, e sciacquate con acqua distillata. In ogni caso, è opportuno avvinare il recipiente con l’acqua in esame, prima del prelievo del campione, e riempire quanto più possibile la bottiglia prima di chiuderla, per evitare che vi rimangano bolle d’aria.
Quando la sorgente è accessibile, il prelievo non presenta difficoltà.
Per i fiumi è opportuno prelevare il campione al centro della corrente, a 20-50 cm dal pelo dell’acqua.
Per le analisi microbiologiche è obbligatorio l’utilizzo di contenitore sterile , e se si suppone la presenza di cloro nell’acqua necessita l’aggiunta di 0,1 N = 0,1 cc di tiosolfato per 100 cc di acqua da analizzare . Per ulteriore informazione vedi metodiche APAT o chiama in laboratorio.

L’ANALISI:
Le analisi devono essere effettuate secondo metodiche normate.
Tra queste fonti le più comuni sono quelle del CNR (Centro Nazionale di Ricerca), UNICHIM (Ente di Unificazione per il Settore Chimico), ASTM (American Society for Testing and Materials Bullettin), Standard Methods A.P.H.A, IRSA (Istituto di Ricerca Sulle Acque) APAT Norme UNI e ISO



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