Analisi olio d' oliva
Si effettuano analisi di olio d'oliva per definire la genuinità, o la presenza di alterazione da aggiunte di oli diversi e altro. Acidità, perossidi, scansione negli UV, ecc
Si effettuano analisi dell'olio d'oliva a tutti i liveli.
Scansione negli UV, nel visibile, aciditòà. numero perossi, ecc.
La scansione negli UV dà informazione sull'qualità dell'olio, e soprattutto l'ossidazione secondaria.
La Shelf Life o vita di bancale del prodotto in questione viene. Viene calcolata eseguendo parametri chimicie microbiologigi per la valutazione della stabilità del prodotto alimentare. Chi è interessato può chiamare ai numeri presenti nel sito e sarà elaborato un preventivo in funsione alla natura dell'alimento
Il comunicato stampa del Ministero della salute sul dossier dell’olio di palma ha avuto come conseguenza la pubblicazione di due lanci delle agenzie Ansa e Adnkronos, caratterizzati da un tono assolutorio. Da qui sono scaturiti a cascata un centinaio di articoli che hanno invaso la rete e non solo. La realtà è visto che il documento dell’Istituto Superiore di Sanità riporta gravi criticità correlate all’assunzione del grasso tropicale nella dieta di bambini e adulti.
Il concetto è ribadito in questa intervista a Marco Silano dell’ISS rilasciata a Il Fatto Alimentare il 4 marzo, “Secondo l’OMS, la quantità di acidi grassi saturi nella dieta giornaliera non dovrebbe superiore al 10% delle calorie giornaliere totali. I bambini nella fascia di età 3-10 ne assumono 27,88 g/die, un valore compreso fra 11-18 % delle calorie totali. Ovvero fino al 40% in più. Di questi grassi saturi, 7,72 grammi derivano da alimenti con olio di palma aggiunto (merendine, biscotti, grissini, cracker, fette biscottate e prodotti da forno…). Anche per gli adulti il consumo giornaliero di saturi è di 27,21 g ovvero il 24% in più del dovuto”.
Salvo poi concludere dicendo “Non è solo necessario ridurre la quantità di acidi grassi saturi nella dieta dei bambini, e dei soggetti adulti a rischio (ipertesi, cardiopatici, dislipidemici…) ma contemporaneamente aumentare l’apporto di acidi grassi mono-insaturi e poli-insaturi. Dovendo scegliere se ridurre latte, formaggi, carne, prosciutto cotto da una parte e biscotti e merendine dall’altra, direi che la scelta va indirizzata verso la moderazione dei prodotti da forno dolci e salati e dei cibi venduti nei supermercati che contengono olio di palma”.
unione italiana olio di palma sostenibileRecuperare la verità dopo una valanga di articoli che assolvono il palma è difficile. La situazione è ancora più complicata per l’avvio di una campagna pubblicitaria milionaria firmata dalla lobby dei produttori, su tv e giornali che presenta l’olio tropicale come un prodotto di cui ci si può fidare all’interno di una dieta corretta. La realtà è un molto diversa visto che ogni italiano ne assume 12 g al giorno con i problemi che ne seguono, evidenziati dall’Istituto Superiore di Sanità!
Si arriva al paradosso che il sito dell’Unione italiana per l’olio di palma sostenibile (finanaziato da multinazionali come Ferrero, Nestlè e Unilever) ribalta il documento dell’ISS e dichiara soddisfatto che sono stati “sfatati finalmente gli inutili allarmismi nutrizionali” riferiti all’eccessivo consumo di palma. Parlare di inutili allarmismi è inaccettabile, ed è ancora più scandaloso interpretare a proprio favore il parere dell’Istituto Superiore di Sanità. È doveroso sgombrare il campo da qualsiasi forma di assoluzione e riflettere sul fatto che questa confusione è funzionale alla lobby delle aziende che utilizzano in gran quantità l’olio tropicale. Ci aspettiamo ora un nuovo parere dei nutrizionisti del Crea Nut sul problema del palma e, un intervento chiaro da parte dei siti e dei giornalisti che hanno accusato Il Fatto Alimentare di avere orchestrato una campagna denigratoria.
fonte:http://www.ilfattoalimentare.it/olio-di-palma-iss-ansa-notizie.html
L’acqua contaminata a Flint, Michigan
Una città americana dal 2014 distribuisce acqua tossica prendendola da un fiume vicino: dopo mesi di proteste dei cittadini ora ci sono le prove
Jesse Jackson Leads Rally Protesting Flint Water Crisis
Il fiume Flint. (Bill Pugliano/Getty Images)
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Sabato 16 gennaio il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha firmato un provvedimento che dichiara lo stato di emergenza in Michigan e ha ordinato l’invio di aiuti federali a Flint, una città di circa 100mila abitanti dove da alcuni mesi si è scoperto che l’acqua potabile distribuita per circa un anno e mezzo, fino all’ottobre 2015, conteneva percentuali tossiche di piombo.
Rick Snyder, governatore Repubblicano del Michigan, aveva chiesto giovedì scorso la dichiarazione di stato di calamità naturale, ma ha spiegato che è stato negato da Obama perché si applica solo a eventi come terremoti e alluvioni. La FEMA, l’Ente federale per la gestione delle emergenze, coordinerà le operazioni di soccorso alla popolazione, mentre i membri della National Guard, il corpo militare dei riservisti dell’esercito, e i volontari stanno già distribuendo acqua in bottiglia agli abitanti di Flint. Lo stato di emergenza permetterà alla città di ricevere fino a 5 milioni di dollari in aiuti federali, ai quali lo stato del Michigan aggiungerà il 25 per cento.
Flint si trova a circa un centinaio di chilometri a nord-ovest di Detroit, lungo il fiume omonimo. È la città dove venne fondata nel 1908 la General Motors, e da allora l’economia del posto è ruotata soprattutto intorno all’industria automobilistica, ospitando le divisioni della GM, della Buick e della Chevrolet: negli anni Ottanta General Motors chiuse però diversi stabilimenti e la città sprofondò in una gravissima crisi economica. Anche per questo da allora Flint è famosa negli Stati Uniti soprattutto per essere una delle città più pericolose della nazione. Per anni per distribuire l’acqua potabile la città di Flint si è appoggiata al sistema idrico di Detroit, finché non si presentò l’opportunità di aderire a una nuova autorità regionale per la distribuzione dell’acqua, che secondo gli amministratori avrebbe consentito di risparmiare milioni di dollari. C’era però bisogno di un sistema alternativo da adottare per qualche mese, finché il nuovo sistema idrico non fosse stato pronto, e così nell’aprile del 2014 si cominciò a prendere l’acqua dal fiume Flint.
Fin da subito gli abitanti della città si lamentarono del cattivo odore dell’acqua, del suo gusto e del suo colore. Le autorità a lungo rassicurarono chi protestava, sostenendo che l’acqua fosse perfettamente sicura e controllata. Nell’ottobre del 2014 però una fabbrica della GM smise di utilizzare l’acqua del fiume Flint perché le sue strutture si stavano arrugginendo. I primi test indipendenti sull’acqua trovarono sostanze che potevano portare a malattie renali e del fegato. Un altro studio, portato avanti da gruppi di residenti, ricercatori della Virginia Tech e dalla American Civil Liberties Union of Michigan, un’organizzazione per la difesa dei diritti civili, dimostrò che l’acqua, per via della sua corrosività, assorbiva nelle tubature del sistema idrico una percentuale di piombo tossica. Il piombo fu trovato anche nel sangue di alcuni bambini di Flint da una pediatra del posto. Nell’ottobre del 2015 le autorità ammisero che la situazione era più grave di quanto avessero stimato in precedenza e il governatore Snyder annunciò un piano da 12 milioni per il ritorno al sistema idrico di Detroit. Agli abitanti di Flint venne consigliato, intanto, di far scorrere l’acqua per cinque minuti prima di utilizzarla, di usare solo quella fredda e di installare dei depuratori: ciononostante molti residenti cominciarono a usare acqua in bottiglia per bere, cucinare e lavarsi.
Negli ultimi mesi nella contea di Flint si è registrato un aumento dei casi di legionellosi, una grave infezione dell’apparato respiratorio che si può contrarre se esposti ad acqua contaminata: 87 persone sono state colpite dalla malattia e 10 sono morte. Per ora non è ancora comunque stato stabilito nessun legame tra i casi di legionellosi e l’acqua del fiume Flint. L’American Civil Liberties Union del Michigan ha sostenuto in un post sul suo sito – ripreso da moltissimi giornali americani – che le autorità abbiano nascosto i risultati di alcuni test che dimostravano la tossicità dell’acqua del fiume Flint nell’estate del 2015. Secondo quanto hanno scritto alcuni ricercatori, nell’acqua del sistema idrico di Flint è stata aggiunta una notevole quantità di cloro (che ha alte proprietà corrosive) dopo che erano stati trovati batteri coliformi fecali. Se nell’acqua presa dal sistema di Detroit erano presenti 11,4 milligrammi di cloro per litro, in quella presa dal fiume Flint ce n’erano 92. Il passaggio dell’acqua corrosiva nelle tubature del sistema idrico di Flint nel 2014 e nel 2015 potrebbe averle danneggiate irreversibilmente: ora la città potrebbe essere costretta a sostituirle, con una spesa economica enorme
Fonte:http://www.ilpost.it/2016/01/18/flint-acqua-contaminata/
Legionella batterio emergente ?
Legionelle
Le legionelle sono batteri gram-negativi aerobi di cui sono state identificate più di 50 specie, suddivise in 71 sierotipi. Quella più pericolosa, a cui sono stati collegati circa il 90% dei casi di legionellosi, è L. pneumophila. La legionella deve il nome all\'epidemia acuta che nell\'estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo di Filadelfia, causando ben 34 morti su 221 contagiati (oltre 4.000 erano i veterani presenti): solo in seguito si scoprì che la malattia era stata causata da un \"nuovo\" batterio, denominato legionella, che fu isolato nell\'impianto di condizionamento dell\'hotel dove i veterani avevano soggiornato.
Habitat
Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: si riscontrano nelle sorgenti, comprese quelle termali, nei fiumi, laghi, vapori, terreni. Da questi ambienti esse risalgono a quelli artificiali come le condotte cittadine e gli impianti idrici degli edifici, come i serbatoi, le tubature, le fontane e le piscine (sono state rilevate anche in fanghi di fiume o torrente, o argilla per manufatti in terracotta).
Le condizioni più favorevoli alla proliferazione sono:
• condizioni di stagnazione;
• presenza di incrostazioni e sedimenti;
• biofilm;
• presenza di amebe.
I batteri, inoltre, possono sopravvivere con una temperatura dell\'acqua compresa tra i 5,7 e i 55 °C, mentre hanno il massimo sviluppo con una temperatura dell\'acqua compresa tra i 25 e i 42 °C. Da evidenziare la loro capacità di sopravvivenza in ambienti sia acidi, sia alcalini, sopportando valori di pH compresi tra 5,5 a 8,1
Legionellosi
Da quando è stata identificata in vari Paesi è stato attivato un sistema di sorveglianza della malattia.
In Italia, per i casi di legionellosi, con decreto del Ministro della sanità del 15 dicembre 1990, è prevista la notifica obbligatoria in classe II.
La malattia, inoltre, è sottoposta ad un programma di sorveglianza speciale, di cui all\'accordo Stato Regioni, repertorio n. 936 del 4 aprile 2000, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, serie generale n. 103 del 5 maggio 2000.
Sintomi
La malattia in genere si manifesta inizialmente con febbre, brividi, cefalea e dolori muscolari, seguiti da tosse secca e difficoltà respiratoria, che in alcuni casi progrediscono fino ad una polmonite grave.
Quasi un terzo delle persone colpite presenta anche diarrea o vomito e circa il 50% confusione mentale e delirio.
La letalità è del 10-15%.
Il periodo di incubazione normalmente oscilla dai due ai dieci giorni e i sintomi si manifestano mediamente tra i tre e i sei giorni dopo l\'esposizione.
Vie di trasmissione
La legionellosi viene generalmente contratta per via respiratoria, mediante inalazione o microaspirazione di aerosol in cui è contenuto il batterio.
L\'aerosol si forma attraverso le minuscole gocce generate dallo spruzzo
dell\'acqua, o dall\'impatto dell\'acqua su superfici solide.
Più le goccioline sono piccole, più sono pericolose; gocce d\'acqua con un diametro inferiore a 5 microns, raggiungono più facilmente le basse vie respiratorie.
L\'aerosol può essere generato da:
– apertura di un rubinetto o di una doccia;
– vasche per idromassaggio e piscine;
– bagni turchi e aree adibite a sauna;
– torri di raffreddamento/condensatori evaporativi;
– fontane ornamentali, specialmente se collocate in
ambiente interno;
– impianti di irrigazione di giardini;
– acque di scarico di impianti igienici;
- impianti di condizionamento aria
A tutt\'oggi non è dimostrato che la malattia si possa contrarre bevendo acqua contaminata e sembra esclusa la trasmissione diretta tra uomo e uomo ( poiché ancora non è stata accertata).
Colonizzazione e moltiplicazione.
Dagli ambienti naturali le legionelle risalgono a quelli artificiali colonizzando gli ambienti idrici artificiali che aggiscono come amplificatori e disseminatori del microrganismo.
Una volta entrata nei sistemi idrici la legionella può moltiplicarsi e diffondersi velocemente, diventando un serio pericolo per la salute dei cittadini.
Diagramma di flusso
La Legionella è un batterio emergente o no?
Le legionelle spp da un certo punto di vista si possono definire come infezione nascenti o gemi emergenti. Questo è vero in parte perché da quanto è stato identificato il germe, la presenza di legionelle è quasi costante in tutto il mondo, quello che mancano sono le notifiche ai vari enti. Questo è dovuto a una carenza della classe medica a diagnosticare la malattia o per negligenza non viene effettuata la notifica all’ASP competente. Nell’Italia del nord con più o meno la stessa incidenza di presenza del batterio nelle strutture ricettive, piscine, ospedali ecc. Il numero di malattie notificate è di circa 1 :10 rispetto al sud.
Lo stato e le Regioni con l’atto di intesa del 7/05/2015 hanno emanato una linea guida molto significativa per l’eradicazione della legionella.
Il laboratorio Eco Consult snc con sede in Palermo – via Giulio Bonafede, 16, ha maturato una grande esperienza nella lotta alle legionelle. Vengono identificati i rischi e la ricerca delle legionelle nei vari punti critici.
Per ulteriori informazione chiamare al
Cellulare : 3388070404
Fisso : 0918676238
Mail: ecoconsultsnc@virgilio.it
Desideriamo portare all'attenzione di tutti i nostri utenti colleghi e clienti la seguente linea guida del CIO ASP di Palermo sul tema prevenzione legionella di seguito il link http://www.asppalermo.org/Dipartimenti/ospedali/CIO/Prevenzione%20Legionella-istruzioni%20operative.pdf
Termini Imerese, allarme legionella in ospedale
„Termini, allarme legionella in ospedale: valori fuori norma nell\'acqua\"
Termini Imerese, allarme legionella in ospedale
„
Allarme legionella all\'ospedale di Termini Imerese. Dai controlli periodici effettuati nelle riserve d\'acqua della struttura sanitaria sono risultati valori fuori norma del batterio che potrebbe causare la polmonite. A renderlo noto è stato lo stesso direttore sanitario, Gaetano Buccheri, che inviato una lettera a tutti i dirigenti ed i responsabili dei reparti ospedalieri.
La legionella pneumophila è un batterio, principale agente patogeno della legionellosi, una malattia che colpisce l\'apparato respiratorio, che può trasmettersi attraverso acqua ed aerosol. Secondo le analisi di routine effettuate dall\'ospedale, sono venuti fuori valori allarmanti \"sebbene entro i limiti della tolleranza - spiega Buccheri -. Parliamo di valori del 0,6%, 0,2% o, al massimo del 2%. Abbiamo applicato le contromisure necessarie, dall\'inserimento di quantitativi controllati di cloro allo shock termico\".
Personale della struttura conferma come non ci siano stati casi patologici, esattamente come dichiara Buccheri: \"Non abbiamo riscontrato alcun caso clinico che possa destare preoccupazione\". Un medico dell\'ospedale spiega a PalermoToday che si sarebbe proceduto ad effettuare le dovute analisi nel caso in cui un qualunque paziente avesse manifestato chiari sintomi di legionellosi. Il direttore sanitario Buccheri, poi, tranquillizza pazienti e parenti: \"Abbiamo dato comunicazione non appena ci sono stati comunicati gli esiti. Le analisi vengono effettuate almeno 3-4 volte l\'anno, ma non c\'è nulla da temere. Io quell\'acqua la bevo tranquillamente\".
“Fonte:http://www.palermotoday.it/cronaca/ospedale-termini-imerese-legionella.html
Ricordiamo cmq ai nostri utenti e lettori che la legionella non si contrae ingerendo acqua ma attraverso le vie respiratorie quindi tramite doccie rubinetti e sistemi di condizionamento insomma dove vi è una evaporazione dell\'acqua che dunque puo essere inalata
Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità sono disponibili le Linee guida italiane per la sicurezza di un sistema idropotabile e la protezione della salute dei consumatori, indirizzate ai responsabili e operatori dei sistemi di gestione idrica, alle autorità sanitarie e a tutti i soggetti interessati ai diversi livelli alla qualità delle acque potabili. Le linee guida sono frutto del progetto Sperimentazione del modello dei WPS per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano, promosso dal Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM), nelle sue funzioni di organismo di coordinamento tra il Ministero della Salute e le Regioni per le attività di sorveglianza, prevenzione e risposta tempestiva alle emergenze.
L’attività di progetto, confrontata con altre esperienze promosse sul piano regionale e locale, in stretta cooperazione con l’Istituto Superiore di Sanità, ha consentito di produrre le Linee guida, che rappresentano le prime linee guida nazionali per la valutazione e gestione del rischio nella filiera delle acque destinate al consumo umano secondo i modelli WPS, definiti “Piani di Sicurezza dell’Acqua”.
Le sperimentazioni condotte nell’ambito del progetto, confluite nella preparazione delle linee guida, consentono oggi di raccomandare l’adozione dei piani di sicurezza dell’acqua nei sistemi idro-potabili in Italia, individuando i piccoli sistemi idro-potabili come obiettivi prioritari, al fine di migliorare la sicurezza delle filiere idropotabili, la fiducia del consumatore rispetto alla qualità delle acque di rubinetto e, su tutto, il livello di tutela della salute pubblica.
Diverse azioni sinergiche condotte dalla Direzione generale della prevenzione del Ministero in stretto raccordo con le autorità regionali e territoriali, sono rivolte all’applicazione dei piani di sicurezza dell’acqua, con diverse sperimentazioni già iniziate. Nell’ambito del nuovo progetto CCM “portale acque” in corso di attivazione in cooperazione con il Dipartimento di Ambiente dell’ISS, sono, tra l’altro, previste specifiche attività dirette a potenziare le attività di controllo ed informazione dei consumatori in tema di qualità delle acque destinate al consumo umano e protezione della salute dei consumatori, anche in relazione ai parametri oggetto di non regolare monitoraggio, ai piccoli sistemi di gestione idrici, all’impatto dei cambiamenti climatici sui sistemi idro-potabili.
La situazione attuale
L’attuale normativa sulla tutela delle acque destinate al consumo umano, sviluppata a livello europeo ed implementata sul piano nazionale, prescrive il rispetto di requisiti minimi di salubrità e qualità fisica, chimica, microbiologica e radiologica (valori di parametro) nel punto in cui le acque sono disponibili per il consumo.
In Italia la qualità delle acque potabili è in generale adeguatamente garantita dalla buona qualità delle risorse idriche prelevate dall’ambiente (circa l’85% di origine sotterranea naturalmente protette) da un insieme di procedure di misure di controllo, tradizionalmente adottate e consolidate nei sistemi idrici, in molti casi integrate con l’ausilio di tecnologie avanzate. I risultati di monitoraggi sistematici condotti nel territorio stanno in effetti a dimostrare la complessiva efficienza dei servizi idropotabili per quanto riguarda la buona qualità delle acque fornite, rilevando, nell’insieme, un ridotto numero di non conformità in aree circoscritte del territorio.
Il riscontro di circostanze di non conformità nei requisiti qualitativi delle acque destinate al consumo umano rispetto agli standard normativi, anche se gestite con criteri adeguati a tenere sotto controllo i rischi sanitari per le popolazioni esposte, oltre a provare l’efficienza dei sistemi di sorveglianza, rappresenta un sostanziale elemento di conoscenza ed indagine per potenziare l’efficacia delle azioni di prevenzione sui rischi.
Sotto particolare attenzione sono i “piccoli gestori idro-potabili”, che servono alcune migliaia di abitanti e che rappresentano quasi il 90% delle realtà acquedottistiche italiane, assicurando il servizio idrico a circa il 10% della popolazione. Si tratta in molti casi di servizi con gestioni in economia, spesso a livello di piccole municipalità che, oltre a diversi problemi strutturali, possono risentire di limitazioni economiche e difficoltà di realizzare investimenti da parte dell’ente locale. I dati di qualità relativi ai piccoli sistemi idrici non sono oggetto di pubblicazione regolare poiché l’attuale direttiva non prevede obbligo di trasmissione dell’informazione a livello centrale, tuttavia recenti stime europee, basate anche su dati italiani, indicano che circa 1/3 di piccoli gestori forniscono acque non pienamente conformi alle norme, anche se per lo più rispetto a parametri “indicatori” non direttamente correlati a rischi sanitari.
Il Ministero della Salute, nella sua costante attenzione alle misure di prevenzione collettiva, sta indirizzando diverse azioni a potenziare le strategie di controllo sulla qualità delle acque, ed in particolare all’aggiornamento dello stato delle conoscenze circa l’analisi dei rischi. In questo quadro viene raccomandata l’adozione di un nuovo approccio olistico che sposta l’attenzione dal controllo retrospettivo sulle acque distribuite, alla prevenzione e gestione dei rischi nella filiera idropotabile estesa dalla captazione al rubinetto, sul modello dei Water SafetyPlans (WSP) elaborati in sede di OMS. L’implementazione dei principi di WSP è anche l’obiettivo perseguito nei lavori di revisione degli allegati della Direttiva europea 98/83/CE, processo cui l’Italia contribuisce sostanzialmente. Nell’ambito di tale processo va anche segnalata l’emanazione della Direttiva 2013/51/Euratom, in fase di recepimento nella normativa nazionale, che sostituisce le disposizioni della Direttiva 98/83/CE riguardanti la protezione sanitaria della popolazione in relazione alla presenza di sostanze radioattive nelle acque destinate al consumo umano.
Il Convegno nazionale
Per analizzare lo stato dell’arte ed i possibili sviluppi applicativi e normativi finalizzati a migliorare il livello di sicurezza ed il controllo della filiera idro-potabile è previsto per il 15 aprile di quest’anno il convegno nazionale “La qualità delle acque destinate al consumo umano: attualità e prospettive” presso il Ministero. L’incontro vede il contributo degli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Commissione Europea, e la partecipazione di esperti delle autorità sanitarie e ambientali, che a livello nazionale, regionale e locale sono coinvolti nella prevenzione e gestione di rischi correlati alla contaminazione delle acque destinate a consumo umano, così come delle autorità d’ambito, dei gestori idro-potabili e di esperti di Università ed Enti di ricerca.Fonte:http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&p=dalministero&id=1964
Nella settimana n°8 del 2016 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 49 (13 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende cinque casi: mercurio in fette Verdesca congelata (Prionace glauca) dalla Spagna; conteggio troppo elevato di Escherichia coli in due lotti di mitili vivi (Mytilus galloprovincialis) dalla Spagna; presenza di tossina di Shiga, prodotta dal gruppo Escherichia coli, in formaggi a latte crudo dalla Francia; frammenti di plastica in barrette di cioccolato dai Paesi Bassi di marca Mars (leggi approfondimento).
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: mercurio in pesce spada fresco (Xiphias gladius) dalla Spagna.Fonte:http://www.ilfattoalimentare.it/escherichia-coli-formaggi-francia-rasff8.html
Sicurezza alimentare: buoni i risultati in Europa, lo conferma il rapporto annuale del RASFF. Tra le criticità maggiori Salmonella, Listeria ed E. coli
Il Ministero della Salute ha di recente pubblicato una relazione sul rapporto annuale 2015 del Sistema di Allerta Rapido su Alimenti, Mangimi e Materiali a Contatto (Rasff).
Il sistema di “Rapid Alert System on Food and Feed” ha registrato 2.967 notifiche nel 2015. Si attesta così un trend di lieve diminuzione – le notifiche – erano 3.097 nel 2014, 3.136 l’anno prima – che può venire almeno in parte attribuito a una maggiore cooperazione tra le amministrazioni degli Stati membri, le quali scambiano alcuni dati sulle non conformità di tipo “non grave” senza attivare il sistema di allerta per la sicurezza alimentare.
Come già negli anni trascorsi, l’Italia é il primo Paese per numero di segnalazioni, 511 nel 2015, pari al 17,2% di quelle eseguite da 28 Stati nel complesso. Nel dettaglio, 137 notizie sono provenute dagli Assessorati alla Sanità, ASL e Comando Carabinieri per la tutela della Salute, mentre 374 segnalazioni sono state trasmesse dagli Uffici periferici del Ministero della Salute (USMAF, UVAC e PIF). A riconferma, ove mai ce ne fosse bisogno, di una lodevole organizzazione ed esecuzione dei controlli pubblici ufficiali sulla filiera agroalimentare, from stable to table.
La classifica dei contaminanti, in breve:
– tra le contaminazioni microbiologiche domina la Salmonella (507 segnalazioni), seguita da Listeria monocytogenes ed E. coli,
– i pericoli chimici in cima alla lista derivano da micotossine – 496. Aflatossine, in primis, poi ocratossina, DON e fumonisine – e residui di fitofarmaci (398). A seguire metalli pesanti – mercurio (110) soprattutto, poi cadmio e piombo – e ingredienti allergenici non dichiarati in etichetta (137), in netto aumento rispetto all’anno precedente (78),
– le contaminazioni fisiche, in diminuzione, riguardano parti di vetro e di metalli.
Le notifiche attengono in prevalenza ai respingimenti di merci ai confini europei (1.370, 46% dei casi), informazione per attenzione e follow-up (852, 28%), allerta su prodotti distribuiti sul mercato (745, 25%).
Per i materiali a contatto con gli alimenti, il problema principale è la migrazione di certi metalli pesanti (principalmente cromo, nichel, cadmio e piombo), ma anche di altre sostanze come ammine aromatiche e formaldeide. I prodotti risultati irregolari sono quasi tutti provenienti dalla Cina.
Quanto a origine e categorie delle merci più indiziate di pericoli, i primati appartengono rispettivamente alla Cina (386 notifiche) – seguita da Turchia e India, Spagna e Francia – e alla frutta secca (per micotossine oltre i limiti, intercettate e respinte alle frontiere). In crescita, tra l’altro, le notifiche su erbe e spezie.Fonte:http://www.ilfattoalimentare.it/sicurezza-alimentare-rapporto-annuale-rasff-2015.html
Analisi e classificazione dei rifiuti
I rifiuti sono materiali non più utilizzabili provenienti da svariate attività umane. Gli esempi tipici includono i rifiuti solidi urbani, le acque reflue, ecc
Pertanto sono già attuativi Nuove regole da giugno 2015
Il 18 febbraio sono scaduti i 180 giorni dall’entrata in vigore dalla Legge 116/2014. Ma dal 1° giugno 2015 sono previsti ulteriori cambiamenti, perché le norme sui CER verranno superate con l’applicazione del regolamento 1272/2008/Ce su classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze chimiche, del regolamento 1357/2014/UE sulle caratteristiche di pericolo dei rifiuti e della decisione 2014/995/UE recante il nuovo
Classificazione rifiuti
Da febbraio: sono cambiate diverse cose nella classificazione dei rifiuti
Autocontrollo e HACCP L’Autocontrollo e sistema HACCP non sono termini sinonimi. Il concetto di autocontrollo ha un significato diverso e più ampio . L’autocontrollo è obbligatorio per tutti gli operatori che a qualunque livello siano coinvolti nella filiera della produzione alimentare. L’HACCP (Hazard analysis and critical control points) è invece un sistema che consente di applicare l’autocontrollo in maniera razionale e organizzata. Il sistema HACCP serve ad aiutare gli OSA a conseguire la sicurezza alimentare di cui tanto si parla. I principi su cui si l’ HACCP sono sette:
La legge entra in Italia con la Direttiva 43/93/CEE (recepita in Italia con il D. Lgs 26 maggio 1997 n. 155, ora abrogato). Questa normativa è stata sostituita dal Regolamento CE 178/2002 e dal Regolamento CE 852/2004. Il sistema HACCP è un modo di lavorare, l’OSA una volta identificati i punti critici di controllo CCP, con l’ausilio di strumenti come registri, un laboratorio di analisi convenzionato, veramente raggiunge livelli massima di sicurezza alimentare Il sistema HACCP è ispirato nei principi enunciati nel “Codex Alimentarius” CAC/RCP 1-1996 Rev 4-2003 (versione in italiano e versione italiano/inglese) e forniscono indicazioni su un’applicazione semplificata delle prescrizioni in materia di HACCP in particolare nelle piccole imprese alimentari. In un’impresa alimentare, il responsabile del piano di autocontrollo deve predisporre e attuare il piano con l’ attiva partecipazione della dirigenza e del personale avvalendosi, di un supporto tecnico-scientifico esterno. Il piano deve essere semplice e applicabile esso è finalizzato a prevenire le cause delle non conformità prima che si verifichino e deve prevedere le opportune azioni correttive per minimizzare i rischi quando, nonostante l’applicazione delle misure preventive, si verifichi una non-conformità. L’impresa deve istituire tutta una serie di documentazioni con cui l’impresa sia in grado di dimostrare di aver operato in modo da ridurre il rischio sia chimico, fisico e soprattutto microbiologico. Per certe imprese soprattutto per quelle inprese gestite da una sola persona , l’applicazione del sistema HACCP può risultare complessa. E’ necessario comunque le procedure, applicate , consentano nel processo produttivo, il controllo e la gestione dei pericoli. Lo studio Eco Consult snc con laboratorio chimico fisico e microbiologico annesso, è in grado di dare assistenza e collaborare allo sviluppo del manuale di autocontrollo. |
Analisi acqua di piscina
L’acqua di piscina è normata dall’Atto di Intesa Stato Regioni del 16/01/2003
In questo atto viene chiaramente definito che tutte le piscine sono pubbliche tranne quella che viene utilizzata da un famiglia o al massimo due. Le piscine dei condomini sono normate dal codice civile, di cui questo atto da delle delucidazioni.
I parametri che devono essere monitorati dal bagnino o dal responsabile sono:
Questi parametri devono essere rilevati ogni due ore.
Una volta al mese o a discrezione del responsabile , vengono effettuate tutti i parametri indicati nell’allegato tabella A dell’atto di intesa stato regioni sopra menzionato
Tabella A
Requisiti - dell'acqua in immissione e contenuta in vasca |
||
PARAMETRO |
ACQUA DI IMMISSIONE |
ACQUA DI VASCA |
Requisiti fisici |
||
Temperatura: - Vasche coperte in genere - Vasche coperte bambini - Vasche scoperte |
24°C-32°C 26°C-35°C 18°C-30°C |
24°C-30°C 26°C-32°C 18°C-30°C |
PH Per disinfezione a base di cloro. Ove si utilizzino disinfettanti diversi il pH dovrà essere opportunamente fissato al valore ottimale per l'azione disinfettante. |
6.5 - 7.5 |
6.5 - 7.5 |
Torbidità in Si O2 |
< = 2 mg/l Si O2 (o unità equivalenti di formazina) |
< = 4 mg/l Si O2 (o unità equivalenti diformazina) |
Solidi grossolani |
Assenti |
Assenti |
Solidi sospesi |
< = 2 mg/l Si O2 (filtrazione su membrana da 0,45 µm) |
< = 4 mg/l (filtrazione su membrana da 0,45 µm) |
Colore |
Valore dell'acqua potabile |
< = 5 mg/l Pt/Co oltre quello dell'acqua di approvvigionamento |
Requisiti chimici |
||
Cloro attivo libero |
0,6 + 1,8 mg/l Cl2 |
0,7 ÷ 1,5 mg/l Cl2 |
Cloro attivo combinato |
< = 0,2 mg/l Cl2 |
< = 0,4 mg/l Cl2 |
Impiego combinato Ozono Cloro: Cloro attivo libero Cloro attivo combinato Ozono |
0,4 ÷ 1,6 mg Cl2 < = 0,05 mg/l Cl2 < = 0,01 mg/l O3 |
0,4÷1,0 mg/l Cl2 < = 0,2 mg/l Cl2 < = 0,01 mg/l O3 |
Acido isocianurico |
< = 75 mg/l |
< = 75 mg/l |
Sostanze organiche (analisi al permanganato) |
< = 2 mg/l di O2 oltre l'acqua di approvvigionamento |
< = 2 mg/l di O2 oltre l'acqua di immissione |
Nitrati |
Valore dell'acqua potabile |
< = 20 mg/l NO3 oltre l'acqua di approvvigionamento |
Flocculanti |
< = 0,2 mg/l in Al o Fe (rispetto al flocculante impiegato) |
< = 0,2 mg/l in Al o Fe (rispetto al flocculante impiegato) |
Requisiti microbiologici |
||
Conta batterica a 22° |
< = 100 ufc/1 ml |
< = 200 ufc/1 ml |
Conta batterica a 36° |
< = 10 ufc/1 ml |
< = 100 ufc/1 ml |
Eschericchia coli |
0 ufc/100 ml |
0 ufc/100 ml |
Enterococchi |
0 ufc/100 ml |
0 ufc/100 ml |
Staphylococcus aureus |
0 ufc/100 ml |
< = 1 ufc/100 ml |
Pseudomonas aeruginosa |
0 ufc/100 ml |
< = 1 ufc/100 ml |
Questi parametri devono essere effettuate da un laboratorio accreditato alla norma 17025.
Il responsabile della piscina oltre avere un manuale di autocontrollo, deve avere due registi ( previsti dall’atto di intesa), di cui uno vidimato dall’ ASP territoriale, un altro non vidimato.
Questi registri e il manuale assieme alle analisi di laboratorio devono essere a disposizione degli organi di controllo.
Il laboratorio Eco Consult snc con sede a Palermo via Giulio Bonafede, 16 tel/fax 0918676238 mail: ecoconsultsnc@virgilio.it è in grado di effettuare le analisi previste, fornire i registri obbligatori e collaborare alla stipula del manuale di autocontrollo.
Acqua di pozzo
Per non usare l’acqua dell’acquedotto, si può utilizzare acqua proveniente da un pozzo ad uso domestico, chi può attingere a una falda freatica o artesiana. Ma per l’utilizzo servono delle semplici autorizzazioni
Che cos’è un pozzo
A norma di legge un pozzo è adibito ad uso domestico quando la destinazione dell’acqua è per uso potabile, igienico (per esempio per gli sciacquoni del water, lavandini, docce), per l’irrigazione di orti, giardini e altre pertinenze di uso familiare (frutteti, piccoli allevamenti, lavaggio auto, riempimento piscine, ecc.) purché tale uso non si trasformi in una attività economico o che ha finalità di lucro.
L’uso potabile è, consentito previa autorizzazione sanitaria e che il pozzo sia posizionato in una zona di rispetto assoluto ( 200 metri di raggio dal pozzo). L’ASP dopo avere chiesto l’autorizzazione deve eseguire 4 analisi l’anno ( nelle quattro stagioni ) e precisamente l’allegato 1 del D. Lgs 31/01. Se l’acqua possiede le caratteristiche di acqua potabile allora sarà rilasciata una autorizzazione all’utilizzo dell’acqua ai fini umani.
L’ASP, darà una direttiva per l’utilizzo dell’acqua come : l’esistenza di un registro dove verranno annotati dei provvedimenti richiesti dall’ ASP e le analisi chimico – fisiche e microbiologiche effettuate dall’utilizzatore.
Cosa prevede la normativa
La realizzazione di un pozzo ad uso domestico non per usi umani è regolamentata dal Regio Decreto 11 dicembre 1933 n. 1775 che dà facoltà al proprietario del terreno di estrarre e utilizzare liberamente le acque sotterranee nel proprio terreno purché vengano osservate le distanze dai confini e dalle tubature esistenti Il pozzo deve essere realizzato secondo le prescrizioni tecniche. Per richiedere l’autorizzazione necessitano i seguenti documenti;:
– una comunicazione, contenente i dati del richiedente, in cui si informa che si intende realizzare un pozzo per uso domestico al Genio Civile
– una planimetria con segnata la dislocazione del pozzo;
– una copia dell’atto di proprietà di quest’area;
– una copia del documento di identità;
– indicazione della data presunta dell’esecuzione dei lavori.
Se entro 60 giorni non si riceve risposta, vale la regola del silenzio assenso.
Al fine dei lavori occorre trasmettere la segnalazione di avvenuta perforazione con indicata la tipologia del pozzo e la stratigrafi a (da farsi a cura dell’esecutore del lavoro),
inoltre vi è l’obbligo di trasmettere (all’Ufficio che ha concesso l’autorizzazione alla perforazione: Regione, Genio civile e/o Provincia), sempre su apposito modulo, agli inizi di ogni anno, una denuncia dei volumi d’acqua prelevati nell’anno precedente. Questo dato deve essere reale e quindi derivato dalla lettura di un contatore installato all’uscita del pozzo.
Nel caso in cui ci si trovi in zona sottoposta a vincoli idrogeologici (per avere questa informazione potete rivolgervi all’Ufficio tecnico comunale) occorre acquisire presso gli enti competenti (Regione, Provincia, Consorzi di bonifi ca) le necessarie autorizzazioni.
Dove si trova l’acqua nel sottosuolo
L’acqua nel sottosuolo si trova in strati denominati falde acquifere.
Le falde freatiche
Nelle rocce porose e nei terreni permeabili l’acqua si diffonde più o meno uniformemente in tutta la massa del terreno, impregnandolo completamente.
È da tenere presente che le falde freatiche presentano scarse garanzie di potabilità essendo spesso contaminate da prodotti chimici di derivazione agricola (nitrati, pesticidi) e nei casi più gravi da prodotti di derivazione industriale (metalli pesanti, acidi e altro): pertanto, eseguito il pozzo, occorre far eseguire un’analisi chimica se si intende usare l’acqua per servizi sussidiari, quale l’irrigazione dell’orto, e batteriologica se si pensa
ad un uso potabile anche per animali.
L’analisi di solito dà un’indicazione dell’uso che si può fare.
Le falde artesiane e i pozzi artesiani
Una falda d’acqua che circola nel terreno compresa fra due strati impermeabili è definita falda artesiana ed i pozzi che vi attingono vengono definiti artesiani.
Il nostro laboratorio è in grado di dare la consulenza e le analisi chimico – fisiche e microbiologiche necessari al monitoraggio del pozzo.
PIANO DI AUTOCONTROLLO DA PARTE DEL AMMINISTRATORE DEL CONDOMINIO
” in attuazione del Decreto Legislativo 2 febbraio 2001 n°31 e successive”
DISCIPLINA DEI CONTROLLI
Art. 1. - Finalità 1. Il presente decreto disciplina la qualità delle acque destinate al consumo umano al fine di proteggere la salute umana dagli effetti negativi derivanti dalla contaminazione delle acque, garantendone la salubrità e la pulizia. Ai sensi dell’art.5 del D. Lgs. 31/01 Per gli edifici e le strutture in cui l\\\'acqua è fornita al pubblico, il titolare ed il responsabile della gestione dell\\\'edificio o della struttura devono assicurare che i valori di parametro fissati nell\\\'allegato I, rispettati nel punto di consegna, siano mantenuti nel punto in cui l\\\'acqua fuoriesce dal rubinetto. CONTROLLI INTERNI
Sono indirizzati:
− alla verifica delle caratteristiche dell’acqua di approvvigionamento
− all’efficacia degli eventuali trattamenti di potabilizzazione
− al mantenimento della qualità dell’acqua nella rete di distribuzione
Gli obiettivi dei controlli riguardano:
− il rispetto della normativa vigente e uno standard qualitativo elevato del prodotto finito
− l’attivazione delle procedure di monitoraggio e controllo semplici, ma affidabili
− l’individuazione sulle filiere di trattamento e sulle reti distributive, dei punti di campionamento rappresentativi
Gli obiettivi si raggiungono:
− definendo una base comune di controllo sull’intero condominio
− implementando un semplice monitoraggio in campo eseguibile dal personale tecnico addestrato
− effettuando la disamina delle risultanze analitiche, eseguite in laboratorio e in campo da parte di personale specializzato , prima che eventuali anomalie possano originare non conformità
− implementando il monitoraggio programmato
− ottimizzando gli impianti di potabilizzazione ( quando necessita) e la rete di distribuzione interna.
Il numero dei controlli e la scelta dei parametri devono:
− soddisfare gli obiettivi descritti
− essere inseriti in uno specifico piano di monitoraggio
− essere sottoposti alla valutazione dell’assemblea e approvato, al fine di migliorare le conoscenze dell’acqua e garantire un’efficace vigilanza .
STESURA DEL PIANO DI AUTOCONTROLLO
DESCRIZIONE DEL SISTEMA IDRICO
- descrizione delle misure di protezione
− possibili situazioni di rischio
particolare:… Nessuno
“rete di adduzione” di maggior diametro per convogliare le acque dalle opere di captazione/accumulo verso la rete di distribuzione “rete di distribuzione” alimentata dalla precedente, per distribuire acqua alle singole utenze − sviluppo della rete di distribuzione
− schema della rete di distribuzione ed area d’influenza
− verificare le interazioni tra insediamenti esistenti e la condotta, (eventuali interferenze con la rete della fognatura ed altri sottoservizi) ed in relazione all’importanza dell’impianto, al tipo delle condutture ed alle caratteristiche dei terreni attraversati, definire eventuali provvedimenti amministrativi atti a preservare la qualità dell’acqua trasportata ( ove necessita); tali provvedimenti potranno riguardare la definizione di una apposita fascia di protezione della condotta da assoggettare a limitazioni d’uso certificazione inerente l’idoneità dei materiali al contatto con l’acqua destinata al consumo umano secondo quanto previsto dal D.M. 174/04 “Regolamento concernente i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti fissi di captazione, trattamento, adduzione e distribuzione delle acque destinate al consumo umano”.
DESCRIZIONE DEL MONITORAGGIO DELLA QUALITA’ DELL’ACQUA
− le frequenze di controllo
− i modelli analitici
− i punti di prelievo
− definire un programma di monitoraggio, che si basa sul rilevamenti analitici di tipo fisico,
chimico e microbiologico
− definire un piano di azioni correttive
− definire un sistema di documentazione e registrazione
il controllo della qualità dell’acqua destinata al consumo umano in rete deve essere effettuato:
lungo la rete di distribuzione):
FREGUENZA DEL CAMPIONAMENTO:
per la frequenza dei campionamenti in rete di distribuzione è opportuno considerare la densità abitativa di ciascun condominio servito, il volume di acqua distribuito, calcolato considerando il consumo di 0,2 mc/giorno per persona; la frequenza del monitoraggio deve essere tale da consentire una sufficiente significatività dei campioni in funzione dell’estensione del condominio, della densità abitativa relativa al condominio in oggetto ed alle criticità che si possono verificare nella gestione delle reti di distribuzione durante lavori che possono originare un pericolo per l’acqua in ingresso .
PIANO DI CAMPIONAMENTO
L’amministratore del condominio visto l’esistenza in passato di nessuna non conformità rilevata,
allo stato attuale i campionamenti vengono effettuati due volte l’anno.
Viene prelevato un campione nell’acqua di rete subito dopo il contatore AMP e i parametri sono quelli indicati nella tabella A del D. Lgs 31/01
Per ogni colonna viene effettuato a campione un prelievo dal rubinetto della cucina, e vengono ricercati i parametri microbiologici indicati nella tabella A del D. Lgs 31/01.
CONSERVAZIONE DEI RAPPORTI DI PROVA
I risultati dei controlli interni ( rapporti di prova) devono essere conservati per un periodo di almeno cinque anni per l’eventuale consultazione da parte dell’ASP che effettua i controlli esterni. I dati risultanti dal controllo interno vanno trasmessi ai condomini tramite affissione nelle varie bacheche nelle scale e registrati nel quaderno delle acque.
GESTIONE DELLE NON CONFORMITA’
Le non conformità possono derivare:
− dai controlli interni dell’amministratore;
− da comunicazioni dell’APS relative alle risultanze analitiche dei controlli esterni;
− da comunicazioni effettuati dagli utenti
Nei casi in cui l’Ente Gestore durante l’attività di controllo evidenzi un superamento dei parametri A e B (parametri microbiologici e chimici) dell’allegato 1 del D.Lgs. 31/01, lo deve comunicare tempestivamente all’APS ed al Sindaco competente, per definire insieme un piano d’intervento urgente e adottare le misure specifiche per garantire le utenze, in modo particolare quelle sensibili, quali ospedali, scuole, ecc..
D’intesa con le autorità sopra indicate dovranno essere informati gli utenti interessati. Il superamento della non conformità dovrà essere attestato dall’invio all’APS, dell’esito analitico attestante la conformità ai parametri di qualità fissati dalla normativa vigente.
MANUTENZIONE IMPIANTISTICA
MANUTENZIONE
La manutenzione ordinaria dovrà essere eseguita secondo un piano di programmazione dell’amministratore pro tempore in un piano annuale di interventi.
− dati di esecuzione degli interventi
− nominativi e firma degli esecutori degli interventi
− descrizione dell’attività eseguita
− materiali e tecniche adottate
− certificazione dei materiali
− eventuali inconvenienti o guasti rilevati e le eventuali riparazioni effettuate (manutenzione
straordinaria)
Riveste grande importanza la pulizia e sanificazione della vasca di accumulo che il periodo di pulizia non deve superare i 6 mesi, e deve essere documentata con fatture o verbali scritti, e inserimento della data dell’avvenuta pulizia nel registro delle acque.
EMERGENZA IDRICA
Il piano d’intervento per le emergenze idriche riguarda le azioni messe in atto per fronteggiare pericoli dovuti a disfunzioni impiantistiche e a fenomeni di inquinamento o in caso di carenza idrica.
- guasti agli impianti di pompaggio (mancata erogazione energia elettrica dovuta all’assenze gruppi elettrogeni)
− rotture alle reti di adduzione/distribuzione
− indisponibilità delle fonti di approvvigionamento
− inquinamento delle fonti di approvvigionamento
− contaminazione intenzionale delle fonti di approvvigionamento degli impianti e delle reti
di distribuzione .
comunicazione agli utenti, indicante:
approvvigionamento già classificate, utilizzo di fonti di approvvigionamento sconosciute,
utilizzo di acqua superficiale, trasporto tramite autobotte, altro)
PIANO DELLA COMUNICAZIONE
Nel caso in cui l’amministratore viene a conoscenza della presenza di contaminanti nell’acqua ha l’ obbligo di comunicare ai capi scala e a tutti gli utenti con:
VERIFICA DEL PIANO DI AUTOCONTROLLO
La verifica del piano è la fase in cui si valuta se quello che è stato deciso, pianificato ed attuato consente di raggiungere gli obiettivi; in caso contrario si procede alla revisione del piano.
Il Piano deve essere aggiornato a seguito di variazioni significative quali ad esempio variazioni impiantistiche, creazioni di nuovi tratti di reti di adduzione e distribuzione, utilizzi nuove fonti ecc. Gli amministratori sono tenuti a produrre opportuna documentazione di aggiornamento.
Sia allega al presente piano:
L’amministratore pro – tempore
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